Un progetto insabbiato

Pensare e realizzare un buon progetto vuol dire anche prevederne la sua manutenzione e capire la sua ricaduta sulla città. Il Lungomare di Gela risulta essere un buon progetto ma, a pochi mesi dalla sua apertura al pubblico, comincia a mostrare delle criticità. Spinta dal vento, la sabbia comincia a ricoprire la passeggiata posta sotto il livello stradale provocando inevitabilmente dei problemi di accessibilità e fruibilità. Mi chiedo qual'è la strategia dell'amministrazione comunale, poichè è chiaro che la manutenzione di questi spazi deve essere continua!  

Quindi, in rapporto ai costi di costruzione e alla manutenzione necessaria, Gela è in grado di "mantenersi" questi spazio?

Il progetto inoltre riqualifica solamente una parte dell'intero waterfront gelese. Come si può realizzare un'opera del genere senza un progetto complessivo, senza una pianificazione ragionata dell'intera costa. 

Un esempio? 
La zona del porto rifugio, dove l'assenza totale di collegamenti pedonali di fatto "spezza" il Lungomare in due. 
Un altro esempio? 
La Vecchia dogana è uno stabile inserito all'interno del Nuovo Lungomare ma che all'apertura de i nuovi spazi, risulta essere abbandonato a se stesso, nemmeno una intonacatura! 
Un altro esempio? 
La famosa installazione intitolata "Le Ali della Libertà" cosa c'entra con il nuovo progetto? Come si integra con i nuovi spazi realizzati?

Fin quando si ragionerà "a compartimenti stagni" Gela non cambierà immagine di sè, sarà un pallido ricordo di una realtà industriale che fu, e prima ancora una colonia greca con emporio, mura e monete. 




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